1. Non aprire porte e finestrini
Non accendere l’aria condizionata al massimo quando si entra nella vettura surriscaldata dal sole, senza aprire i finestrini e far cambiare efficacemente l’aria. La cosa migliore è aprire porte e finestrini un minuto prima di accendere motore e condizionatore. Sotto al sole la temperatura dell’aria all’interno dell’auto può superare anche i 60 gradi e tentare di abbassarla solo con il climatizzatore richiede molto tempo e mette alla frusta l’impianto.
2. Abusare della funzione “ricircolo”
Un altro errore è quello di mantenere inserita la funzione ‘ricircolo’ pensando che evitare l’ingresso dell’aria calda dall’esterno faciliti l’abbassamento della temperatura. Il ricorso al ricircolo, segnalano gli esperti, deve essere limitato a poche situazioni di effettivo fastidio e rischio come i tratti con forte inquinamento.
3. Non considerare l’umidità
Altra credenza errata è quella che il climatizzatore non deve essere acceso se la temperatura esterna non è elevata. Anche d’estate, di mattina, l’umidità può essere molto alta e l’accensione dell’aria condizionata elimina il rischio di appannamento dei vetri e ‘asciuga’ l’abitacolo.
4. Non adeguare la temperatura all’ambiente esterno
Quarto punto a cui prestare attenzione sono le bocchette che distribuiscono l’aria fresca: spesso sono puntate verso una direzione sbagliata o, peggio, sono chiuse perché la corrente che ne esce è gelata e fastidiosa. Per una condizione ottimale è importante che siano tutte aperte e orientate verso la zona alta dell’abitacolo. Il problema del fastidio della corrente d’aria si risolve regolando la temperatura, che non deve mai essere troppo bassa. Una posizione su 23, 24, anche 25 gradi è favorevole all’ottenimento di una condizione climatica ideale, senza bisogno di posizionare il comando su valori anormali. La differenza tra dentro e fuori non dovrebbe superare i 6 gradi.
Negli ultimi due minuti di viaggio l’aria condizionata si può tranquillamente spegnere (non la ventola, che deve rimanere accesa). In un viaggio di 20 minuti è il 10% del tempo – e di risparmio. Disattivando il tasto della climatizzazione, per circa 30 secondi continua a uscire aria fredda, mentre per i restanti secondi la naturale sensazione di refrigerio data dalla ventilazione annullerà il disagio dovuto al caldo. Oltre al risparmio, bisogna tenere conto del vantaggio per la salute, perché con questo gesto si riduce notevolmente lo stress dello sbalzo di temperatura dall’interno all’esterno.
5. Non fare manutenzione
Infine il tema ‘manutenzione’, troppo spesso ignorata. Per gli esperti spagnoli, che sfruttano anche l’esperienza di tutto il Gruppo Volkswagen in questo ambito, il filtro dell’impianto (a cui, se intasato, si deve spesso lo scarso rendimento dell’impianto) va sostituito ogni 15-20mila chilometri, a seconda del tipo di strade che si percorrono.
Una volta si usava l’R134a, fortemente climalterante, che avendo un indice Gwp (Global warming potential) pari a 1.430 e un tempo di vita medio in atmosfera di 12 anni, ha un forte impatto sul riscaldamento globale. Quando una norma europea ha imposto l’utilizzo di refrigeranti con un Gwp massimo di 150, il gas scelto dai costruttori automobilistici per la climatizzazione è stato l’R1234yf, che ha un indice Gwp molto più basso e un tempo di vita in aria di solo 11 giorni. Molto meno inquinante, sì, ma è infiammabile. Esistono normative specifiche che consentono solo al personale professionale appositamente formato e in possesso di specifico patentino di manovrare questi gas.
Visita il nostro sito DriveK per non perdere le ultime novità e per richiedere un preventivo gratuito per il modello di auto che preferisci.