Guide
generic-chevron-right
I 5 RESTOMOD italiani più ICONICI

Classifiche

I 5 RESTOMOD italiani più ICONICI

I 5 RESTOMOD italiani più ICONICI

Il concetto di Restomod sta conquistando sempre più appassionati nel mondo dell’automobilismo. Questo termine, contrazione delle parole inglesi “restoration” (restauro) e “modification” (modifica), si riferisce alla pratica di restaurare auto d’epoca integrando tecnologie moderne per migliorarne prestazioni, comfort e affidabilità. I restomod uniscono il fascino nostalgico delle linee classiche con le innovazioni tecnologiche più recenti, spesso con risultati sorprendenti.

L’utilizzo di elementi strutturali delle vetture originali, permette inoltre, in alcuni casi, di conservare la validità dell’iscrizione ai registri storici A.S.I. e di non dover dunque sottostare alle normative sulle emissioni e al pagamento di bollo e superbollo.

1. Delta Safarista Automobili Amos

La Delta Safarista di Automobili Amos è un omaggio alla leggendaria Lancia Delta Integrale, una delle icone del rally degli anni ’80 e ’90. Un progetto frutto della collaborazione tra l’imprenditore Eugenio Amos e il designer Carlo Borromeo,  nato dalla volontà di dare nuova vita alla regina dei rally, rendendola una vettura moderna ma al contempo un manifesto di quel “Fun to drive” che solo le vetture analogiche del passato sapevano regalare. Ogni componente è stato rifatto o migliorato, dal motore completamente ricostruito alle sospensioni sostituite per ottenere un handling più preciso e specifico per la guida in offroad, fino ad arrivare agli interni rivisitati che offrono un’esperienza di guida senza precedenti, in pieno stile “prova speciale”.

2. Kimera EVO37

 Kimera EVO37 è un restomod made in Cuneo ideato da Luca Betti, ex pilota professionista, basato sulla Lancia 037, l’ultima auto a trazione posteriore ad aver vinto il campionato costruttori nel Mondiale Rally. Kimera Automobili ha deciso di rimanere fedele al progetto originale scegliendo come vettura donatrice proprio la Lancia Beta Montecarlo, la stessa della 037.  Il risultato è un’auto che conserva l’anima della vettura degli anni 80 ma con prestazioni e affidabilità nettamente superiori grazie alle tecnologie moderne che hanno permesso di sviluppare un motore ad hoc con doppia sovralimentazione turbo – compressore volumetrico e di rinforzare il telaio originale.

3. Alfa Giulia Totem

Totem Automobili è un brillante esempio di come il concetto di restomod possa abbracciare la reinterpretazione di un’auto, sia in chiave moderna che sostenibile. Fondato sull’innovativa visione di Riccardo Quaggio, giovane trevigiano del 1995, Totem Automobili ha dato vita a un prodotto unico ispirato alle forme e alla filosofia costruttiva della leggendaria Alfa Giulia GT del 1963. Con il Totem GT Super a motore termico e il Totem GT Electric a propulsione elettrica, l’atelier italiano offre un’opzione per ogni preferenza, garantendo sempre un’eccellente esclusività. Sia che si preferisca la tradizione della meccanica classica o si opti per la sostenibilità, entrambe le varianti rappresentano oggetti di culto per collezionisti e appassionati.

4. Erreerre Fuoriserie

Erreerre Fuoriserie è anch’essa una reinterpretazione dell’iconica Alfa Romeo Giulia degli anni ’60, frutto però di un processo inverso rispetto alle sue concorrenti. Potremmo definirla un “Restomod al contrario” o se volete un “Retromod”. La vettura donatrice infatti non è storica, bensì moderna: è l’Alfa Romeo Giulia Quadrifoglio dei giorni nostri, a cui sono stati radicalmente cambiati i connotati con una carrozzeria in fibra di carbonio che nel design riprende in tutto e pertutto la sua antenata. Nonostante la già ottima base di partenza, le performance del motore sono state ulteriormente incrementate mentre gli interni, che rimangono fedeli a quelli della Giulia moderna nelle forme, sono rivestiti interamente a mano con materiali ancora più pregiati da un ristretto numero di artigiani. 

5. Grassi 044s

Grassi 044s è il Restomod in fase di sviluppo più atteso dagli appassionati. Non ha una vera e propria vettura donatrice, non condivide componenti con altre auto e non riporta sulla carrozzeria marchi automobilistici noti, ma basta guardarla per capire che è stata pensata per essere la Delta S4 del futuro. Design e proporzioni non lasciano spazio a dubbi, così come il motore posteriore che non sarà elettrificato e la trazione integrale. Il primo esemplare funzionante dovrebbe arrivare nel 2026.

Conclusione

Questi progetti dimostrano come il restomod non sia semplicemente una ristrutturazione, ma una vera e propria rinascita di modelli storici, che coniuga rispetto per il passato automobilistico con un occhio attento verso l’innovazione e le tecnologie del futuro. Attraverso il restomod, gli appassionati possono vivere il sogno di guidare un classico con le prestazioni e i comfort di un’auto moderna.

Articoli correlati