Ispirandosi alla filosofia giapponese del Jinba Ittai, che studia il legame profondo che si crea tra cavallo e cavaliere, Mazda ha contribuito a regalare un’esperienza di guida unica consolidando il rapporto tra il pilota e l’auto.
…leggerezza senza precedenti!Questo colpo di fulmine scatta non appena si inizia a guidare la vettura che, essendo più leggera del modello precedente di circa 100 kg, risulta più scattante; grazie anche al bilanciamento strutturato in modo perfetto (50:50), si muove sulla strada in modo dinamico ed è straordinariamente reattiva offrendo un controllo totale anche in curva.
Il design rimane ancorato al modello originale; è sempre una due posti, ideale per le gite domenicali (non è stato lasciato ampio spazio al bagagliaio); la capote è reclinabile ma non bisogna aspettarsi troppa comodità, infatti la Mazda MX-5 non è dotata dei classici meccanismi elettrici per aprire il tettuccio, quindi, se ci si vuole pavoneggiare per le strade cittadine bisogna reclinarla manualmente.
All’esterno le linee appaiono più fluide e scorrevoli facendo apparire l’auto sbarazzina mentre all’interno l’abitacolo è ergonomico e collocato in modo da regalare una vista panoramica anche al passeggero e una sensazione unica di benessere. La strumentazione viene incontro al guidatore mostrandogli in tempo reale tutte le funzioni che gli servono, insomma una dotazione che ai tempi moderni è indispensabile!
Questa roadster la si può portare a casa a partire da un prezzo di listino di 25.300 € nella versione base Evolve con motore 1.5 Skyactiv-G da 131 CV, se invece si vuole una spinta in più in accelerazione bisogna optare per il 2.0 Skyactiv-G da 160 CV che ha un costo leggermente più alto e parte da 29.950 €.
nuova Mazda MX-5 2016: decisamente più di un’auto
Come afferma Takao Kijima, il Former Program Manager MX-5, la casa ha impiegato tutte le energie per regalare al pubblico una simbiosi perfetta tra auto e guidatore. Questo è stato possibile rivoluzionando la solita percezione oggettistica che si ha dell’auto; infatti se la si considera come estensione del corpo, e quindi parte integrante di noi stessi, si riesce a trasformare la guida in un’avventura magnifica.
