Presentata qualche giorno fa al Tokyo Motor Show, la Mercedes-Benz Vision Tokyo va ad affiancarsi alla Vision Ener-G-Force, alla AMG Vision Gran Turismo e alla Vision G-Code nel ruolo di apripista di una papabile mobilità futura. Ognuna di queste fantasiose vetture, una per ogni anno dal 2012 ad oggi, presenta una peculiarità tutta sua: se la prima (progettata sulla base della Classe G) accumulava acqua riciclata in serbatoi posizionati sul tetto e la convertiva in idrogeno per l’esercizio delle pile a combustibile, la seconda era invece la concreta realizzazione di un modello presente nel videogioco Gran Turismo 6, mentre la terza era un SUV coupé ricoperto di vernice “multi-voltaica” in grado di produrre energia elettrica catturando la luce del sole.
…serie di auto dedicate alla mobilità futura
Il 2015 vede il debutto di un’altra esponente di questa serie di concept che Mercedes-Benz ha riunito sotto la quanto mai emblematica etichetta “Vision”: un nome eloquente, che si guadagnano solo quei progetti di perseguire un sogno e mostrare che i mezzi per avverarlo esistono davvero. La Mercedes-Benz Vision Tokyo, secondo le dichiarazioni del capo della divisione design di Daimler AG Gorden Wagener, vuole essere una vera e propria profezia del futuro della mobilità nella capitale nipponica.
All’interno dell’involucro elegante e sensuale dell’auto è racchiuso qualcosa di più di un abitacolo: al cuore dell’intuizione dei tedeschi sta infatti l’idea di veri e propri salotti su quattro ruote, in grado di isolare completamente il viaggiatore dalle convulsioni e congestioni della megalopoli là fuori.
Un isolamento che non è solo acustico, ma soprattutto mentale, grazie al fatto che l’auto – forte di un radar nascosto nella pinna sul tetto e di un motore a emissioni zero – fila silenziosa per le strade della città in totale autonomia, senza bisogno di alcun intervento umano. Il propulsore elettrico, ereditato dalla F 015 Luxury in Motion, si basa su una batteria ad alto voltaggio ricaricabile da remoto tramite induzione. Sono stati immaginati anche dei serbatoi in materiale fibrorinforzato in carbonio per lo stoccaggio di idrogeno, grazie ai quali l’autonomia chilometrica complessiva di questa immaginifica vettura potrebbe elevarsi fino ai 1000 km.
Batteria elettrica e serbatoio di idrogeno
Tutta l’illuminazione esterna della Vision Tokyo, che non si riduce ai soli fari ma si estende anche ai cerchi da 26”, alle fiancate e all’anello a LED che ricopre il “lunotto” posteriore, riproduce schemi diversi a seconda dell’attività che viene svolta all’interno dell’abitacolo: così, ad esempio, se il riproduttore multimediale è attivo, fuori le luci riprodurranno le onde di un equalizzatore grafico.
I finestrini posteriori serigrafati garantiscono al viaggiatore la stessa privacy di un normale vetro oscurato, ma gli consentono di osservare il paesaggio all’esterno senza alcun impedimento. I passeggeri si accomodano su un divanetto ovale, che permette loro di intrattenersi in conversazione guardandosi in volto. Alle loro spalle svettano avvolgenti schermi a LED e nell’abitacolo vengono proiettati ologrammi tridimensionali delle mappe e di tutte le informazioni provenienti dalle App dei dispositivi mobili collegati o direttamente dal browser Internet.
All’occasione si può però fare ritorno nei ranghi della convenzionalità: se lo si desidera, si possono estrarre un sedile e un volante e guidare in modo convenzionale. Convenzionale fino a un certo punto, ça va sans dire, perché la locomozione è comunque attivata da energia pulita al 100% – in parte dall’elettricità e in parte dall’idrogeno.
All’interno di questa monovolume ipertecnologica i giovani del futuro potranno coronare il sogno di una vita sempre connessi, ma senza dimenticare il proprio lato umano e l’importanza di rapporti tangibili, concreti con le altre persone. Una piccola oasi di felicità nelle moderne giungle di cemento e asfalto.