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Cosa significa SUV lo sappiamo tutti: Sport Utility Vehicle. Ma cosa c’è di sportivo, almeno in origine, in un’auto più grande e pesante della sua corrispettiva berlina? La domanda in America, dove sono nati i SUV, se la sono fatta in molti giungendo alla conclusione che il significato sia cambiato da Service Utility Vehicle a Sport Utility.
Dalla station wagon al SUV
Questione di etichetta, si dice spesso. Per capire qualcosa in più bisogna partire dalla “familiare” che in America si chiamava Station Wagon. Letteralmente “carrozza da stazione”. Un veicolo in grado di portare una famiglia con relativi bagagli alla stazione dei treni, all’epoca usati per i viaggi a lunga percorrenza anche nel paese dell’auto per eccellenza. Grandi auto con uno spazio per il cargo o una fila di sedili abbattibili supplemetari. Anche in Europa abbiamo avuto un veicolo simile. La Renault 21 Nevada.
Negli anni ottanta in America arriva il cosiddetto sasso nello stagno. La AMC Eagle, che può essere a pieno titolo considerato il primo Crossover SUV fa invecchiare improvvisamente tutte le altre Station Wagon dalla forma decisamente meno “appetitosa”. La trazione AWD (da non confondere con il 4×4, ne abbiamo parlato in questa guida), l’assetto rialzato e le ruote più grandi la rendevano, oltre che spaziosa, “capable”. La “capability”, letteralmente la capacità di fare cose, in un paese come l’America è da sempre una caratteristica molto importante per un veicolo e l’AMC Eagle, a differenza delle altre Station Wagon, questa capacita l’aveva.
“Sporty” Utility Vehicle
Così negli anni ’80 il mercato chiedeva una novità. Un veicolo che fosse “capable”, che fosse in grado di caricare cose e persone, di fare strade sterrate in Arizona e che avesse una forma sportiveggiante. “Sporty”.
Nasceva il SUV, un veicolo con un grande spazio bagagli (si parla di auto lunghe intorni ai 5 metri come lo Chevrolet Blazer), trazione integrale AWD con guinto viscoso, altezza da terra in grado di non impensierire il guidatore alla luce del passo lungo. I SUV in America sono rapidamente diventati “Station Wagon Moderne” fino a soppiantarle interamente nel corso degli anni 90.
Le monovolume: SUV Ante-Litteram
Negli ’90 i produttori di automobili Europei avevano trovato una soluzione per conciliare ingombri relativamente ridotti e spazio interno. Le Monovolume. Come i moderni crossover avevano la seduta alta (necessaria per aumentare l’abitabilità con un passo corto) ed un’altezza da terra relativamente elevata. L’altezza da terra più alta di una berlina (si parla di pochi centimetri o addirittura millimetri) serviva per evitare che, specie con passi lunghi e sbalzi pronunciati, le auto toccassero sulle rampe e in alcuni dossi artificiali. Così dalla Renault Espace, si passò alla Mégane Scénic (che progressivamente vendette come e più della versione berlina) ed in casa Fiat arrivò la Multipla.
Arriva il SUV.
Alla fine degli anni ’90, BMW e Porsche entrano sul mercato dei SUV a gamba tesa. BMW con la X5 e Porsche con la Cayenne. In America, dove – come abbiamo visto – le Sport Utility andavano forte da tempo, una SUV di lusso è come il cacio sui maccheroni. In Europa fon oad allora chi voleva un’auto simile comprava la Fontera o la Pajero a passo lungo, al massimo la Defender o la G Wagon. X5 e Cayenne cambiarono il paradigma dell’auto di lusso. Nelle Milano e Roma a cavallo tra la Lira e l’Euro farsi vedere ai Parioli o a Brera con la Cayenne era diventato un must per una determinata fetta di popolazione.
Il SUV per tutti.
Negli anni 2000 Toyota crea la seconda generazione della RAV4 sulla meccanica della Corolla e, nel 2006, l’altra giapponese, Nissan, entra sul mercato europeo con un’auto che avrebbe cambiato per sempre il paradigma delle auto di segmento C. La Nissan Qashqai.
Prendeva il nome dalle tribù nomadi dei deserti iraniani ed era pensata per contrastare la RAV4 con dimensioni leggermente più contenute. La Nissan Qashqai, inizialmente, non aveva concorrenti. Era l’unica SUV di segmento C. O meglio, l’unica Crossover. (la prova dell’ultima Qashqai è disponibile qui)
I SUV oggi
Negli ultimi anni i SUV hanno soppiantato quelli che erano le Station Wagon prima e le Monovolume poi. Inizialmente affiancando le versioni “normali” delle auto sulle quali erano basate e progressivamente sostituendole. È accaduto prima con la Qashqai che ha “ucciso” la Pulsar. Rimanendo nel gruppo lo stesso è accaduto con la Renault Talisman, che è appena uscita di scena, cedendo totalmente il passo alla Austral. Sta succedendo alla Scénic che sta uscendo a sua volta di scena sostituita dalla Captur. Ma sta accadendo anche in altre case come Alfa Romeo, dove la Tonale sostituirà da sola Giulietta e MiTo.
L’auto sta progressivamente mutando in crossover. Spazi interni sfruttati meglio grazie alla seduta alta, ingombri ridotti rispetto alle Station Wagon ma non sempre lo stesso spazio per i bagagli. Quanto all’altezza da terra non sempre le SUV sono davvero così alte. Una Mini countryman, ad esempio ha una luce da terra di 16 centimetri, non molto diversa da quella di una comune utilitaria che però, ha dalla sua un passo più corto, cosa che la rende più “capable”.